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La Dad funziona, ma vorrei tornare in classe

26/04/20/ Successi e resoconti

Ludovico Careggio, classe 3E, si ritiene uno studente fortunato. Diciassette anni, iscritto al Liceo Isaac Newton di Chivasso, dice di non patire troppo la didattica a distanza. “Certo, mi manca stare assieme ai miei compagni, vederli in videochiamata durante le lezioni non è come vivere la classe, però di buono c’è che i miei professori si sono organizzati bene facendoci fare tre ore di lezione tutti i giorni, in sostanza la metà dell’orario curricolare. Da un punto di vista didattico fare lezione da remoto non è poi così male”. Ludovico, dunque, definisce questo nuovo metodo didattico “una valida alternativa a quello tradizionale, anche se non farei mai cambio in maniera definitiva”. Certo stare in casa ha i suoi vantaggi. “A volte può risultare un po’ pesante, anche per questo facciamo la metà delle ore che faremmo normalmente; stare tutto il giorno in casa permette anche di svagarsi più facilmente tra una lezione e l’altra. Poi c’è sicuramente più tranquillità, anche se non vedo l’ora che la situazione torni alla normalità” racconta.

“Certo – aggiunge – avere dei professori che dimostrano di essere a loro agio nel fare lezione utilizzando questi strumenti aiuta, anche perché se così non fosse, riuscire a mantenere l’attenzione per tutte le ore previste sarebbe praticamente impossibile. Con certe materie questo metodo, però, diventa più difficoltoso. Penso alle lezioni di matematica: in questo caso non avere il professore accanto è può rappresentare un gap”.

Articolo pubblicato dal giornale "La Stampa"

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