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Un progetto di Alternanza scuola-lavoro: il caso Dreyfus

10/07/19/ Successi e resoconti

Anche la scuola riflette sull’Europa, sui suoi confini politici, geografici, morali. Il progetto, dal titolo impegnativo “L’Affaire Dreyfus- Incerti confini: echi di guerra, speranze di pace, tracce di storia di un innocente perseguitato”, è stato svolto dalla classe IV B del Liceo Newton e realizzato con i fondi Pon nell’ambito dell’alternanza Scuola-Lavoro. La professoressa Simonetta Sabello, che ha accompagnato i ragazzi nel percorso insieme alla professoressa Corinne Mailley, ha illustrato il progetto dando poi la parola agli studenti che hanno letto i testi, presentandoli in forma drammatizzata. Il caso Dreyfus, avvenuto alla fine dell’Ottocento, è più attuale di quanto si pensi. Alfred Dreyfus, capitano dell’esercito francese, alsaziano ed ebreo, dunque figlio di una terra di confine e membro di una comunità religiosa storicamente discriminata, fu accusato ingiustamente di tradimento e di intelligenza con la Germania; venne condannato e finì sull’ Île du Diable nella Guyana francese. Egli incarnava il capro espiatorio ideale.  Alla vigilia del bagno di sangue della Prima Guerra Mondiale, la Francia si divise sull’Affaire. Sul giornale nazionalista «Le Cocarde», lo scrittore Maurice Barrès annotava: «Lo spirito cosmopolita», di cui l'alsaziano Dreyfus era una sintesi, «sta attentando ai fondamenti della nazione». Émile Zola, dalle pagine dell’Aurore, replicava con il suo J’accuse. Fu il colonnello Picquart, capo dell’Ufficio Informazione, a rendersi conto dell’innocenza di Dreyfus, che nel 1906 venne riabilitato e reintegrato nell’esercito. Il viaggio della classe IV B nella storia di Dreyfus e dell’Europa è stato anche un viaggio fisico alla scoperta dei luoghi del caso Dreyfus, da Mulhouse al Museo Unterlinden di Colmar fino a Strasburgo, con il suo quartiere europeo dove svettano le stelle dorate in campo azzurro del sogno di Ventotene e dei suoi Padri fondatori. “Quel che vedrete e sentirete sarà il cuore dell’avventura, ovvero la ricerca che si fa viaggio, viaggio in una terra di confine, l’Alsazia, labile confine che suggerisce con altrettanta probabilità venti di guerra e bisogno di pace, d’integrazione, di dialogo continuo e tenace” ha spiegato al pubblico la professoressa Sabello presentando il video del viaggio realizzato dagli studenti.

 La serata è proseguita con l’attività del Laboratorio teatrale del Newton, guidato dal professor Aldo Pasquero e dal professor Giuseppe Morrone. Gli studenti hanno coinvolto anche il pubblico nell’ azione scenica in cui hanno presentato un “tableau vivant” di grande tensione e hanno dato una dimostrazione del lavoro sul corpo, sulla comunicazione gestuale, sul controllo fisico e psicologico di se stessi attraverso un saggio di training teatrale.

Articolo a cura di Antonella Perotti

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