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Il Liceo scopre Cesare Pavese

01/12/18/ Successi e resoconti

Da Santo Stefano Belbo a Palazzo Einaudi: storia di una mostra

Hanno scelto Cesare Pavese per svolgere l’attività di alternanza scuola-lavoro.  La classe 3B classico del Liceo Newton, in collaborazione con la Fondazione Cesare Pavese, l’UniTre di Chivasso e il Comune, ha allestito un percorso culturale dedicato al grande autore novecentesco che ha avuto un notevole successo di pubblico.  Una sinergia vincente che ha permesso di allestire la mostra a Palazzo Einaudi, nell’ambito del festival “I Luoghi delle parole”. L’esposizione, costruita come una conversazione ideale con l’autore, è stata presentatadai giovani allievi della 3B che hanno fatto da ciceroni, accompagnando i gruppi di visitatori a conoscere attraverso foto, pannelli, documenti, lo scrittore.

Tutto è partito a settembre con un viaggio iniziatico verso la Langa e le colline di Pavese. “Siamo stati tre giorni a Santo Stefano Belbo – spiega Gioele Alesina, ciuffo sugli occhi, voce tenorile - abbiamo seguito le conferenze di Silvana Caligaris e Silvia Boggian, abbiamo visitato la casa natale di Pavese e collaborato con la Fondazione. E’ stato un modo per conoscere i luoghi dei romanzi che abbiamo letto in classe con la professoressa”. Dietro progetti di alternanza c’è sempre l’impegno di un team di docenti: i professori Antonella Calzavara e Mario Marino hanno guidato l’attività in stretta collaborazione con Beppe Busso, presidente dell’UniTre. “Ci siamo divisi in gruppi, ognuno ha affrontato alcuni testi e approfondito un tema  - spiega Pietro Devecchi - I giorni trascorsi a Santo Stefano ci hanno portato la memoria viva di Pavese. Penso al silenzio della Gaminella: la casa di Nuto mi ha fatto un grande effetto, varcare la soglia è un po’ come respirare l’atmosfera dei suoi romanzi”. Per questi ragazzi Pavese e il Novecento sono distanti nel tempo: la mostra è anche un modo per riannodare i fili della storia.  I percorsi tematici, come la partecipazione politica, l’adolescente ribelle, il rapporto città e campagna sono diventati pannelli che hanno guidato i visitatori alla scoperta di fotografie e documenti. “Per organizzare un’attività complessa come questo bisogna imparare a collaborare e a lavorare insieme” ammettono Gioele e Pietro.

Infine il progetto è stato anche l’occasione per proporre nuove prospettive didattiche: Pierluigi Vaccaneo, direttore della Fondazione Pavese, ha tenuto un corso di aggiornamento al Liceo esplorando nuovi percorsi come la “twitteratura”. E il prossimo appuntamento è con il concorso fotografico sui luoghi pavesiani nella città di Torino, cui parteciperanno alcune classi del Newton.

Articolo a cura di Antonella Perotti pubblicato su La Nuova Periferia

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